CENTRO PER L'IMPIEGO: UTILITA' O LA SOLITA BUROCRAZIA ALL'ITALIANA?
Dopo essere rimasta senza lavoro, il primo passo da compiere prevede l'iscrizione al Centro per l'impiego, nella vana e lontana speranza che il tempo trascorso nelle loro liste sia il più breve possibile.
Avendo avuto la "fortuna" di poter usufruire per alcuni mesi della NASPI, la nuova indennità di disoccupazione, ho dovuto sottostare, per mantenerla, ad alcune regole del sistema.
Riepilogo la mia esperienza: a ottobre 2015 faccio richiesta di NASPI on line che viene accolta e inizia così la sua erogazione da parte dell'INSP.
A marzo 2016 ricevo una mail da parte del Centro per l'Impiego della mia città, nella quale venivo invitata a presentarmi urgentemente presso la loro sede per formalizzare l'iscrizione (già fatta) altrimenti avrei perso la NASPI.
All'ufficio, rispondo ad alcune domande dell'impiegata addetta, confermando i dati che erano già stati inseriti a suo tempo dall'INPS, e mi viene fissato un appuntamento a breve (entro qualche giorno) per partecipare ad un "seminario" di due ore, partecipazione obbligatoria per mantenere il privilegio di godere per qualche altro mese della prestazione a sostegno del reddito.
La mattina del "seminario", un'addetta del Centro per l'Impiego ci parla delle nuove leggi relative alla NASPI, dei nostri doveri per poterla mantenere, del fatto che se non ci presentiamo ai successivi colloqui, l'importo della prestazione monetaria ci verrà decurtato se non addirittura sospeso, e che per poter giustificare l'assenza occorre un serio motivo, ossia un certificato medico che attesti la momentanea impossibilità a presentarsi.
Tra gli argomenti del seminario, i metodi per trovare lavoro, e qui ecco la rivelazione di sconcertanti novità ed espedienti finora sconosciuti: visionare gli annunci nel loro sito, iscriversi presso le varie agenzie che si occupano di collocamento, inviare curriculum, andare personalmente presso le aziende a portare il curriculum e chiedere di parlare con il titolare per presentarsi.
Due ore di chiacchiere e nulla più, niente di nuovo di quanto già chi cerca lavoro non faccia quotidianamente.
Cosa curiosa da parte di un rappresentante di un'Istituzione: viene suggerito di inserire nel curriculum anche i lavori fatti al "nero".
Al termine del seminario vengono distribuiti dei moduli da riempire con i dati personali, lavorativi, conoscenze, esperienze...
Veniamo ora al colloquio personale. Sì, perché dopo un seminario così illuminante, c'è, ciliegina sulla torta, il colloquio personale. Nel mio caso, l'impiegata si è limitata a inserire nel PC, nella mia scheda personale i dati riportati nel modulo firmato, chiedendo come mi fossi attivata per cercare lavoro e fissando un nuovo colloquio tra due mesi. Tre ore buttante al vento e quasi tre euro di parcheggio da pagare il risultato della mattinata, oltre ad essere disoccupata mi sono sentita presa in giro.
Passano due mesi, e la mattina del secondo colloquio, arrivo puntuale ma l'addetta è occupata, quindi attendo nella tromba delle scale, in piedi davanti all'ascensore per oltre un'ora, e quando finalmente entro, porgo il curriculum (che mi era stato chiesto espressamente di portare), ma non viene neppure guardato distrattamente, e mi viene detto che se non trovo lavoro ci rivediamo tra sei mesi. Conclusioni: altro tempo sprecato e altri euro di parcheggio pagati.
Scusate, ma vi sembra sensato che fra sei mesi torno lì a perdere altro tempo?
Da noi si dice "becco e bastonato". Se hanno del personale in esubero che lo impieghino in attività utili alla comunità. Alla faccia delle riforme.
Per la mia esperienza "tutto fumo e niente arrosto" come si suol dire.
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